Proposta CIMO-ASMD per emergenza e 118

In  Italia  la  normativa  che  regolamenta  l’organizzazione  del  Sistema  Integrato  di  Emergenza-Urgenza è rappresentata dal D.P.R. 27.03.1992 e dalle Linee Guida del 1996 che  individuano una  componente  territoriale,  costituita  da  mezzo  di  soccorso  di  base,  mezzo  di  soccorso avanzato  (autoambulanza  ed  automedica),  Punto  di  Primo  Intervento  Territoriale,  Centrale Operativa  provinciale  e  una  componente  ospedaliera,  costituita  da  Pronto  Soccorso, Osservazione Breve, Medicina di Urgenza, Dipartimento di Emergenza Urgenza (DEA) di 1° e
di 2° livello.

Questa  normativa  costituisce  un  canovaccio  per  l’attuazione  del  sistema  118  nelle  singole Regioni  che  hanno  realizzato  20  diversi  modelli  organizzativi.  La  situazione  attuale  però  impone un adeguamento della stessa per  ricondurre  l’organizzazione del sistema a uniformità nelle singole regioni, nel rispetto di specificità territoriali e del nuovo contesto costituzionale.

Il  Ministero  della  Salute  per  ridurre  gli  accessi  impropri  ha  proposto  la  realizzazione  di ambulatori  di Medicina  Generale  per  la  gestione  dei  codici  di minore  gravità  (bianchi)  nelle vicinanze  dei  Pronto  Soccorso  dove  i  pazienti  sono  inviati  dagli  operatori  del  Triage Ospedaliero,  mentre  per  ridurre  ricoveri  e  dimissioni  improprie  ha  proposto  la  realizzazione della  Osservazione  Breve,  che  è  una  area  adiacente  al  Pronto  Soccorso  dimensionata  sul numero  di  accessi  dove  i  pazienti  possono  sostare,  non  oltre  le  24  ore,  in  attesa  della
definizione diagnostica e stabilizzazione clinica.

Ma al di là di questi interventi è innegabile che per migliorare le prestazioni erogate dal S.S.N. ai cittadini bisognevoli di assistenza in emergenza è necessario mettere in connessione risorse territoriali  ed  ospedaliere  secondo  un  modello  dipartimentale  capace  di  operare  dal  livello territoriale  più  periferico  fino  al  centro  ospedaliero  ad  alta  specializzazione,  e  di  prendere  in carico  il  paziente  garantendo  la  continuità  delle  cure  attraverso  una  reale  ed  efficace integrazione tra territorio ed ospedale.

Pertanto bisogna intervenire con specifiche linee di intervento:

1. dotazioni organiche dei servizi pre ospedalieri ed ospedalieri afferenti al DEA sulla base di parametri  nazionali  e  sblocco  del  turn  over  per  il  personale  (Medici  e  comparto)  ad  essi dedicati;
2. realizzazione  di  strutture  distrettuali  h24  gestite  dai  medici  convenzionati  di  Medicina Generale  (Assistenza Primaria e Continuità Assistenziale) organizzate  in modo da  fornire risposte alla domanda di salute in urgenza;
3. potenziamento della rete territoriale di soccorso in emergenza che operi secondo il modello hub & spoke;
4. realizzazione  del Dipartimento  Integrato  territorio-ospedale  realizzato  tenendo  conto  della distribuzione  territoriale  delle  specialità  e  del  fabbisogno  sanitario  in  emergenza  (dati epidemiologici e demografici).

Roma, 20 ottobre 2011